No ad altre 13 settimane di cassa integrazione, la Fiom non firma l’accordo. Come aveva fatto il 7 novembre scorso in Confindustria per la prima tranche, la Fiom ha ribadito oggi il suo no all’accordo prospettato da parte di Fincantieri alle sigle sindacali di un altro periodo di 13 settimane di cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento Fincantieri Palermo.
Durante l’incontro che si è svolto oggi in Confindustria con Fiom, Fim e Uilm sindacati, la Fiom Cgil ha confermato all’azienda “l’indisponibilità a sottoscrivere accordi che scaricano solo sui lavoratori scelte aziendali non supportate da reali esigenze produttive, in quanto la richiesta non dipende dall’assenza di carichi di lavoro, ma dalla loro iniqua distribuzione tra i diversi siti del gruppo”. L’accordo, che è stato siglato da Fim e Uilm , prevede la cig per circa 130 lavoratori su 460 a rotazione.
In un precedente incontro del 15 febbraio, la Fiom aveva chiesto a Fincantieri di farsi carico della grave situazione economica che stanno vivendo le maestranze del Cantiere, già penalizzate dalla disdetta del contratto integrativo, che ha sottratto circa 3mila euro annui a ciascun lavoratore.
“Riteniamo che Fincantieri stia scaricando solo sui lavoratori il peso delle proprie scelte, usufruendo al contempo di risorse messe a disposizione dallo Stato e quindi dalla collettività – dichiarano il segretario Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e il rappresentante Rsu Fiom Fincantieri Francesco Foti – Anche alla luce dei notevoli risparmi che l’assenza di integrativo ha consentito nell’ultimo anno all’azienda, pur mantenendo la nostra contrarietà al ricorso alla cassa a Palermo, abbiamo chiesto a Fincantieri di intervenire con l’integrazione salariale. A queste condizioni, eravamo pronti ad aprire un dialogo”.
“La proposta dell’integrazione salariale avanzata dalla Fiom – aggiunge il sindacato – è stata invece respinta con argomentazioni non di carattere economico, confermando nei fatti che siamo di fronte a una precisa scelta di strategia politica, volta a penalizzare i lavoratori del cantiere di Palermo”.